vorrei concludere l'amato blog botswano qui, nella mia lingua madre, con le ultime considerazioni finali, di fine progetto, fine anno 2009, e auspicio di ritornare nello status mentale di una donna che lavora e sa di cosa parla. insomma, uscire dall'ebbrezza natalizia e dall'obnubilo dei trigliceridi a palla.
Mentre lavoro su queste problematiche, mi soffermo sul senso del rientro. Sono in un aeroporto botswano che lotto contro l'indifferenza di chi dall'altra parte del banco decide il mio destino e quanto tempo della mia vita devo impiegare per saldare il conto dei miei chili in eccesso bagaglio. sono in un bagno di sudore e mi tremano le mani mentre mi appiccico un cerotto alla scopolamina dietro l'orecchio, cerco di non mandare affanculo nessuno, scorrono immagini di sanguinaria vendetta contro gli addetti della compagnia aerea. ho paura di non farcela. i miei tubini.
Sono a Johannesburg, detta Joburg, e corro nell'immenso aereoporto in ritardo per la coincidenza, corro su tapis roulant che mi agevolano, non ho tempo per le ultime compere di ciaffi africani, forse ho tempo per pisciare.
Sono su un volo intercontinentale che nel giro di una decina di ore brucerà la considerevole distanza chilometrica tra l'africa e l'europa. sono tranquilla mentre chiacchiero con un paio di ragazze sudafricane sedute vicino a me, una bianca e una nera. parliamo della nostra vita e dei ragazzi come se ci conoscessimo da 5 anni, tipo una puntata di Sex and the City. ah, gli uomini. il moroso di una non riesce a separarsi dall'ossessione della sua ex psicopatica, che finge di essere incinta di lui e poi minaccia di suicidarsi spruzzandosi il Doom nel naso (la comune marca di insetticida). condividiamo disapprovazione per gli uomini inutili e per la loro tendenza a trovare interesse per puttane psicolabili. disapprovazione per i climi freddi. e per la gente fredda che abita climi freddi. molto meglio trovare spontaneità nel dialogo immediato con sconosciuti, come stiamo realizzando ora noi tre. Eh sì.
Sono a Monaco, velata di neve all'alba. I voli per l'Italia vengono cancellati dal tabellone partenze, cadono uno dopo l'altro. sono amica di tutti, di tutti i connazionali disperati in fila allo sportello Lufthansa, e comunico informazioni meteo in tempo reale dal cellulare italiano. Ma sono amica anche dell'addetto Lufthansa, che infatti mi tratta con gentilezza e mi fornisce un coupon pranzo da 10 euro. Trovo soluzioni ardite e intercambiabili per non rimanere tutta la vita a Monaco ad aspettare che un aeroporto italiano si sgeli. lancio richieste d'aiuto alle mie propaggini strategiche. in breve tempo ho risposte di appoggio concreto da Bolzano, Genova, Rimini, sono pronta a contattare anche Verona nel caso ci fossero speranze. E non ho ancora considerato i potenti contatti che ho con i vertici dell'aeroporto di Perugia. Potrei raggiungere Innsbruck in treno, ad esempio, e farmi venire a prendere dalla mia amica guardia forestale bolzanina, che nulla teme. La mia mente lavora fervidamente. L'esercito della salvezza è dispiegato e pronto a intervenire. Sono padrona delle circostanze imprevedibili, e mi rendo conto che è figo avere buoni amici in giro per l'Italia. è figo avere un discreto numero di buoni amici, e sono una persona molto fortunata. Se arrivo per cena a casa dei miei, con tutte le mie valigie a posto, potrò considerarmi più che fortunata, e prometto di accendere un cero alla madonna.
Sono su un aeroplanino ad elica che decolla nella tempesta. il cerotto alla scopolamina è in funzione da più di 24 ore, sbiadito, quindi posso dire di avere virtualmente sconfitto il mal d'aereo - in pratica non me ne frega più una minchia. L'hostess è avvolta da una divisa di un colore non presente nel mio pantone mentale. La voce al microfono spiega che oggi c'è un evento speciale a bordo, "Amarone tasting". Gratis. Mi faccio servire un paio di calici di vino corposo e rido, rido da sola di gusto, mentre il traballante velivolo si tuffa in una nuvola.
Persone. In Africa, in Italia, bianche e nere, con e senza click languages, più o meno sfruttate dai regimi, comunque vittime di un sistema applicato dall'alto. Siamo nel 2009, e decreto la morte dell'etnografia. siamo solo esseri umani che vogliono conoscersi. che intuiscono la presenza dell'altro e delle sue categorie. Resta la curiosità per il retaggio culturale, ovvero - cosa facevano i nostri nonni? i loro nonni andavano a caccia con arco e freccia e cercavano di evitare la magia nera, i miei stampavano a telaio con una misteriosa tintura a base di ruggine e credevano in guaritori pseudo pranoterapeuti e nelle lune per piantare le sementi nel campo. in entrambi i casi si stava meglio quando si stava peggio. in entrambi i casi si cerca di alzarsi dalla miseria verso lo sviluppo e verso una forma di gestione che si avvicini un poco alla democrazia. quindi quello che sento è - seppelliamo l'antropologia classica eurocentrica una volta per tutte - non siamo più dietro uno specchio a guardare e a immedesimarci in culture lontane - bensì siamo sullo stesso piano, ad ascoltarci, e nelle storie c'è il bisogno di denunciare uno status che non si riesce più a sopportare, e la voglia di provare a cambiare le cose, provare a costruire cose, provare a credere in noi stessi, nei nostri sogni.
devo ancora andare ad accendere quel cero alla madonna.
goodbye my friends with all the love in the world,
k
Tuesday, December 29, 2009
Saturday, December 26, 2009
and the winner is
a
2:19 PM
if some of you are still wondering what happened to me in my trip back, here is the answer
mission completed.
i landed in Rimini after a few hours of airport delirium because of the snow, and i got my luggage!
all my lovely tubes of saliva.
desert, snow, whatever.
extraordinary warm christmas eve, the temperature rose up to 20 degrees for these last 3 days after all that snow. forcing ourselves to drink gluewine around the fire, as we usually do (my friends and I) to get as drunk as possible to the midnight mass. but this time we were a little bit shocked and maybe a mojito would be more appreciated. christmas mojito. i wear battery charged christmas lights on my head. I am slightly drunk and waiting inside the church while i chat with friends i don't see quite often. Yes, this year I unbaptized myself signing a couple of official documents, but i don't care, i don't mind my folk tradition, as part of my origin, funny waiting for baby Jesus to come, singing loud like karaoke always the same songs, repeating codified sentences at the right moment, yeah jesus comes to save us and at midnight the bells sing and a naked doll laying on a golden throne is unveiled.
Botswana is a lovely land.
i am quite tanned, but not too much to be honest.
the fun part now is having a double welcome back. one in Italy, one in Germany.
I feel I have a lot of information in my head and I don't know what to do with that.
At night i dream of PhD projects, everybody publishes on Nature about hardcore gene stocastich projection and modelling evolutions and i feel I am not ready for that, and i think "is my project on San people history enough?"
am i enough?
to be ready
that's another story.
there is a couple of tubes of african saliva hanged as a decoration for my mother's christmas tree.
now just feeding myself to the limit. and there is such a lot of good quality wine around.
Love,
melted snow,
glass of red wine 14.5 alchool degrees,
hugs all over which fills the space,
love is all you need
k
mission completed.
i landed in Rimini after a few hours of airport delirium because of the snow, and i got my luggage!
all my lovely tubes of saliva.
desert, snow, whatever.
extraordinary warm christmas eve, the temperature rose up to 20 degrees for these last 3 days after all that snow. forcing ourselves to drink gluewine around the fire, as we usually do (my friends and I) to get as drunk as possible to the midnight mass. but this time we were a little bit shocked and maybe a mojito would be more appreciated. christmas mojito. i wear battery charged christmas lights on my head. I am slightly drunk and waiting inside the church while i chat with friends i don't see quite often. Yes, this year I unbaptized myself signing a couple of official documents, but i don't care, i don't mind my folk tradition, as part of my origin, funny waiting for baby Jesus to come, singing loud like karaoke always the same songs, repeating codified sentences at the right moment, yeah jesus comes to save us and at midnight the bells sing and a naked doll laying on a golden throne is unveiled.
Botswana is a lovely land.
i am quite tanned, but not too much to be honest.
the fun part now is having a double welcome back. one in Italy, one in Germany.
I feel I have a lot of information in my head and I don't know what to do with that.
At night i dream of PhD projects, everybody publishes on Nature about hardcore gene stocastich projection and modelling evolutions and i feel I am not ready for that, and i think "is my project on San people history enough?"
am i enough?
to be ready
that's another story.
there is a couple of tubes of african saliva hanged as a decoration for my mother's christmas tree.
now just feeding myself to the limit. and there is such a lot of good quality wine around.
Love,
melted snow,
glass of red wine 14.5 alchool degrees,
hugs all over which fills the space,
love is all you need
k
the cheetah is loud
a
1:53 PM
prima di chiudere l'amato blog africano voglio fissare le ultime impressioni. (che delizia, sono rientrata in contatto fisico con il mio lovely Mac e la sua tastiera felpata! ma non mi capacito che ho di nuovo le vocali accentate e la punteggiatura mescolata.)
Osservazioni naturalistiche
ed ecologiche.
ho potuto verificare la presenza di diversi micro ecosistemi, eccoli nelle loro caratteristiche ambientali e faunistiche.
il sottotenda
ambiente transitorio di rifugio notturno. raccoglie l'umidità e resta tiepido per la presenza del mio corpicino sovrastante.
shongololo (millepiedi)
stercoraro
coleotterone nero coi bordi bianchi velocissimo 4x4 (solo a sud, Kalahari)
rospo (solo a nord, Okavango Delta)
scorpioni
solifugo (tipo ragno)
topolino (a sud)
il misterioso mangiatenda
nota: il mangiatenda realizza buchini nella plastica della tenda dal bordo apparentemente bruciacchiato. effetto di secrezioni acide? acido formico, formiche. potrebbe essere. le piccole formiche entrano dai buchini e cercano qualche resto organico da portare via. dentro la tenda si puo trovare un po di reperti umani, come caccole del naso, oppure altri insetti morti, che sono stati schiacciati dall'abitante in funzione di un riposo sereno.
il bagno
ambiente ombreggiato e umido, ricco di fragranze corporali e decomposizione nella fossa sottostante (nel caso molto comune che per bagno si intenda la latrina fuori casa)
ragno da bagno (schiacciato in senso dorso ventrale, grigio, in varie taglie)
mosca domestica
mosca carnaria
zanzare, molte
scorpioni
il sottolampada
ambiente transitorio serale che si forma ogni qualvolta si cerchi di cenare all'aperto. Vi si trova la combinazione di una fonte luminosa con materiale commestibile organico.
stercoraro
coleotterini vari sul nero
coleottero beige striato, si infila nei capelli e ronza rumorosamente
cani randagi
falene marroni con occhi arancioni fluorescenti
formiche alate
formiche di terra
falene pelose
il Safari
ho fatto il caz di safari. Niente di che. si capisce che in realtà ho fatto safari per un mese e mezzo senza chiamarlo safari, bensì fieldwork. se per safari si intende girare in macchina in lungo e in largo e ogni tanto incontrare animali. quindi ho visto animali che avevo già osservato per la mia strada. e un paio di ghepardi mancati, ovvero ghepardi trovati da cuccioli orfani e cresciuti in cattività, che si fanno accarezzare dagli uomini con rumorose fusa. bah, safari.
Osservazioni naturalistiche
ed ecologiche.
ho potuto verificare la presenza di diversi micro ecosistemi, eccoli nelle loro caratteristiche ambientali e faunistiche.
il sottotenda
ambiente transitorio di rifugio notturno. raccoglie l'umidità e resta tiepido per la presenza del mio corpicino sovrastante.
shongololo (millepiedi)
stercoraro
coleotterone nero coi bordi bianchi velocissimo 4x4 (solo a sud, Kalahari)
rospo (solo a nord, Okavango Delta)
scorpioni
solifugo (tipo ragno)
topolino (a sud)
il misterioso mangiatenda
nota: il mangiatenda realizza buchini nella plastica della tenda dal bordo apparentemente bruciacchiato. effetto di secrezioni acide? acido formico, formiche. potrebbe essere. le piccole formiche entrano dai buchini e cercano qualche resto organico da portare via. dentro la tenda si puo trovare un po di reperti umani, come caccole del naso, oppure altri insetti morti, che sono stati schiacciati dall'abitante in funzione di un riposo sereno.
il bagno
ambiente ombreggiato e umido, ricco di fragranze corporali e decomposizione nella fossa sottostante (nel caso molto comune che per bagno si intenda la latrina fuori casa)
ragno da bagno (schiacciato in senso dorso ventrale, grigio, in varie taglie)
mosca domestica
mosca carnaria
zanzare, molte
scorpioni
il sottolampada
ambiente transitorio serale che si forma ogni qualvolta si cerchi di cenare all'aperto. Vi si trova la combinazione di una fonte luminosa con materiale commestibile organico.
stercoraro
coleotterini vari sul nero
coleottero beige striato, si infila nei capelli e ronza rumorosamente
cani randagi
falene marroni con occhi arancioni fluorescenti
formiche alate
formiche di terra
falene pelose
il Safari
ho fatto il caz di safari. Niente di che. si capisce che in realtà ho fatto safari per un mese e mezzo senza chiamarlo safari, bensì fieldwork. se per safari si intende girare in macchina in lungo e in largo e ogni tanto incontrare animali. quindi ho visto animali che avevo già osservato per la mia strada. e un paio di ghepardi mancati, ovvero ghepardi trovati da cuccioli orfani e cresciuti in cattività, che si fanno accarezzare dagli uomini con rumorose fusa. bah, safari.
Sunday, December 20, 2009
l'ultima notte
a
8:21 PM
scende la sera sul campeggio backpackers mokolodi, e come ho fatto bene a togliermi dalla mondanita' cittadina e passare questa mia giornata a passeggio tra il campeggio e la riserva naturale. qui ci sono un paio di casette con i letti dentro, uno chalet, e una tenda. un francese in tenda quechua, che vedo ha il mio stesso sacco a pelo quechua, e un'allegra famigliola afrikaaner con due bambine nello chalet. e basta. mi sono fatta offrire un panino con la carne dagli afrilkaaners. mi fanno un po impressione. ah, poi ci sono due cani enormi che si fanno fufolare dalle bimbe bianchissime, per poi mangiarle a tradimento non appena queste ultime brandiscono incaute un pezzoo di panino. poi ci sono due maiali che dal mio punto di vista sembrano due cinghiali, anche essi si mangiano tutto, il gallo - tra le avvertenze all'uso di questa struttura, il frittone che gestisce la cosa, bianco ovviamente, ha scritto di badare ai cani e ai grufolatori mangia tutto e di badare che il gallo fa il suo chicchiricchi ogni mattina ma dobbiamo tollerarlo perche in fondo e' solo il suo modo di comunicare al resto del mondo. dicevo, il gallo, e la piscina.
che bello che sono andata via da Gaborone. questo pome ho fatto una perlustra preliminare al mio safari tour di domani mattina, il mio cazzo di safari. ho mangiato al delizioso ristorante con un calice di vino. la trota mi fa schifo. in questo viaggio ho scoperto che la trota fa schifo, e che mmi piacciono le meline verdi, e ho riconfermato che mi piacciono certi bruchi di farfalla alla brace (mopane worms). nel pomeriggio un elegante signore dal sudafrica, perfetto accento inglese, fenotipo indecifrabile, con figlio al seguito, mi si e' avvicinato per offrirmi da bere e fare conversazione. marpione si, ma elegante. e' piacevole farsi marpionare da marpioni attempati ed eleganti. spiegava a suo figlio ventenne annoiatissimo che e' molto bello rilassarsi nel verde del parco facendo conversazione con una nice italian lady. allora mi sono sentita una nice italian lady in veranda, mentre mi tracannavo il secondo bicchierone di Amarula, senza preoccuparmi del tappeto di peli superflui incolti che ormai copre i miei garretti. alla fine mi ha salutato, e' stato un piacere, e addirittura devo porgere i miei omaggi alla "mamma". si parlava di madri italiane che attendono le figlie emigrate per le feste natalizie.
ho un'ansia che mi porta via. domani devo solo fare il safari e raccattare le valigie in direzione aeroporto. sono riuscita a portare a termine il progetto fin qui, vuoi che fallisca a fare queste due semplici cose?
back to europe with love.
and suntan against your snow.
k
che bello che sono andata via da Gaborone. questo pome ho fatto una perlustra preliminare al mio safari tour di domani mattina, il mio cazzo di safari. ho mangiato al delizioso ristorante con un calice di vino. la trota mi fa schifo. in questo viaggio ho scoperto che la trota fa schifo, e che mmi piacciono le meline verdi, e ho riconfermato che mi piacciono certi bruchi di farfalla alla brace (mopane worms). nel pomeriggio un elegante signore dal sudafrica, perfetto accento inglese, fenotipo indecifrabile, con figlio al seguito, mi si e' avvicinato per offrirmi da bere e fare conversazione. marpione si, ma elegante. e' piacevole farsi marpionare da marpioni attempati ed eleganti. spiegava a suo figlio ventenne annoiatissimo che e' molto bello rilassarsi nel verde del parco facendo conversazione con una nice italian lady. allora mi sono sentita una nice italian lady in veranda, mentre mi tracannavo il secondo bicchierone di Amarula, senza preoccuparmi del tappeto di peli superflui incolti che ormai copre i miei garretti. alla fine mi ha salutato, e' stato un piacere, e addirittura devo porgere i miei omaggi alla "mamma". si parlava di madri italiane che attendono le figlie emigrate per le feste natalizie.
ho un'ansia che mi porta via. domani devo solo fare il safari e raccattare le valigie in direzione aeroporto. sono riuscita a portare a termine il progetto fin qui, vuoi che fallisca a fare queste due semplici cose?
back to europe with love.
and suntan against your snow.
k
Saturday, December 19, 2009
36 degrees
a
10:32 PM
Today in Gabs 36 degrees. Celsius. Sorry, i have to do it. I know all Europe is freezing, yes i do. Let me laugh a little, before i come back and get sick cause of the hard climate change. Well, only IF i come back, due to difficoult airport conditions.
k
Last night here at lovely Brackendene Lodge, tomorrow i am going to the Mokolody Game Reserve to have my fucking safari, finally, as a white tourist. Un cazzo di safari. E poi mi fanno fufolare col ghepardo. I can pet a cheetah.
I am quite sad now, and I just want to see tomorrow and the day after tomorrow, and take those tubes in a safe place, like my bedroom. A shelter, my shelter. Strange.
Hope i can have my last Black Label tomorrow night.
I feel a little bit wiser, at the end. But always, it is not enough. How can it be enough. Maybe is connected with the recent formation of a few white hair.
I can’t feel tired. I don’t care.
Love,
Let’s call it love.
Thursday, December 17, 2009
turismo in botswana - my travel tips!
a
10:54 PM
Alla fine della fiera, in questi ultimi giorni di noia pastosa, e’ il momento di regalare al web informazioni turistiche preziose. Credo che in tutto abbiamo girato quasi 10.000 km. il Botswana non e’ piccolo. Affatto. E abbiamo visitato davvero tanti posti. Per questo mi sento in grado di stilare la mia piccola guida turistica del Botswana .
Qui parlero’ principalmente dei posti dove abbiamo pernottato. Usero’ una conversione approssimativa Euro-Pula, come 1 euro uguale 10 pula.
Dunque atterrati a Gaborone , la capitale, abbiamo girellato per il Kalahari, o per meglio dire il Kgalagadi (aspirando la g come la Jota in castigliano), un deserto semiarido punteggiato di boscaglia, il bush per l’appunto. Nei villaggi lungo la strada (la transKgalagadi) abbiamo dormito chiaramente in tenda. Rifiutando categoricamente ogni possibilita’ di lavarci. E qui e’ iniziato subito male il viaggio, gettando il seme dello sconforto nei colleghi che e’ poi sfociato nel delirio furioso del primo autista.
Ghanzi. Il primo centro di rilievo, con supermercati e tutto, andando verso nord. Presso il Tautona Lodge abbiamo pernottato in Safari Tent. Voto Buono. Per safari tent si intende una tenda piu o meno grande montata permanentemente nella zona campeggio, e contenente letti attrezzati con proprie coperte e lenzuola. In questo caso la tenda era bella grande, collegata a un bagno privato in muratura con doccia, ventilabile la notte con finestre vista alba e una grande veranda sopra una base di cemento sopraelevata, con sedie e tavolo. Molto imboscata nel bush, in mattinata e’ passato un branco di zebre proprio davanti. Ci sono degli animali non feroci che vagano nella piccola riserva, come zebre e antilopi e struzzi. Ristorante medio/buono. Piscina lurida. La tenda viene 30 euro, che sia uso singola o doppia non cambia.
Non ci sono altri alloggi verso Charles Hill (confine Namibia ). Ma in direzione Maun, ci si puo’ fermare a D’Kar, un villaggio un po’ piu strutturato del solito, dove un prete ha portato la chiesa, la parola di dio, il progetto per salvaguardare la lingua dei Naro – sviluppato ovviamente per tradurre la bibbia, dal controverso gruppo che ha prodotto anche Ethnologue – e un generico interesse da parte di qualche turista bianco di passaggio. C’e’ possibilita’ di mangiare la solita polenta e stufato di manzo e prendere una coca cola. C’e’ un centro per lo sviluppo artistico, il kuru project , dove trovare tantissime stampe (non so se litografie o serigrafie) di artisti locali. Una guest house economica, 5 euro per un letto e bagno condiviso, ci sono tipo 4 stanze con 4-5 letti ciascuna, ad uso ostello camerata.
Maun: il centro di riferimento per il nord del paese, cittadina sviluppata nel giro di una decina di anni. Un paesone dannatamente caldo, da non credere. Molti posti dove pernottare e mangiare, fast foods e ristoranti veri e propri. Alloggiamo al Sedia Hotel, e nell’ottica del risparmio, continuiamo la politica della safari tent. La signorina alla reception mi chiede “vi piace campeggiare, eh…?” eh si tesorone, adoriamo campeggiare. Qui abbiamo scazzato di brutto, la tenda era veramente piccola, con letti pieghevoli da ospedale, niente veranda e bagno condiviso piuttosto lontano. A partire da Maun e’ il caso di tenere sott’occhio maggiormente gli oggetti di valore. Vale per le citta’ e per I centri vicini ai confini del Paese. Ristorante medio triste. Nella sera si e’ scatenato un diluvio e pioveva un poco dentro la tendina. La sera successiva ceniamo in zona aeroporto in un posticino gusto aviazione anni 30, ampia scelta menu, ma non buonissimo. A Maun si puo’ fare una passeggiata a piedi in una mini riserva naturale con qualche animale in giro, tipo 3 ore di passeggiata.
La strada verso Dobe, altro punto di confine con la Namibia , e’ davvero lunga e accidentata. I villaggi sperduti per quella zona non sono raggiunti da acqua corrente.
Tornati a Maun, troviamo il posto vincente, il miglior rapporto qualita’ prezzo, da segnare: Alfa Accomodation. 00267 6864689. Mini abitazioni con letto pulito, doccia ok, TV, frigo, bollitore, a soli 20 euro per stanza singola, 31 doppia.
Ceniamo allo Sport Restaurant, gestito da bianchi, buono, solito 10 euro.
Una precisazione: la differenza tra Lodge e Guest House non e’ chiara. Teoricamente la guest house sono mini abitazioni e il lodge e’ una struttura piu complessa, magari con ristorante, miglior livello. Questa non vale come regola, infatti a volte il lodge e’ merdoso.
Molliamo Maun per inoltrarci verso Shakawe, a nord, il cuore dell delta dell’Okavango. Un grande delta verde, un fiume che finisce qui in mezzo all’Africa. Zona malarica. A Shakawe c’e’ il Choppies (la catena di supermarket), la filiale Barclays Bank, un punto ristorazione con il classico polentone e manzo e variante pesce fritto. Qua si trova pesce fresco di fiume. Baretto per le birre. Abbiamo dormito un paio di notti in tenda facendoci ospitare forzatamente da un centro per lo sviluppo di progetti locali, il Kuru Development Trust, usando la loro doccia. Forse hanno anche delle camere con letti. Poi abbiamo dormito al Hawk Guest House 00267 6875227. singola 25 euro. Bruttino, ma passabile. Ristorante scarsissimo. Per passare ai villaggi a est del fiume si prende il traghetto. Ci sono un paio di traghetti che fanno la spola, contengono 3 automobili alla volta, ci si mette 5 minuti a traghettare, ma le operazioni di carico e scarico e le varianti macchina che non parte piu bloccando la via di uscita e motore del traghetto che si guasta allungano il tutto fino a 2 ore. Questo va messo in conto al rientro, il traghettamento chiude alle 18.30, bisogna fare due conti per non rischiare di rimanere da una parte del fiume fino al mattino dopo.
Lasciando Shakawe ci siamo fermati alle Tsodilo Hills, un punto turistico assai suggestivo. Mini museo, e passeggiata che costeggia le pitture rupestri. Niente cibo nei paraggi.
Un salto di varie centinaia di kilometri e siamo a Kasane, confine con lo Zambia . Zona assai malarica, di feroci zanzare. Troviamo tutti i lodges fully booked, e approdiamo a Ngina Safaris 00267 71635806, un campeggio medio onesto da 5 euro a notte (tariffa standard per il campeggio, non ho osato mai campeggiare nei campeggi lusso da 10 euro, cosa ci sara’ mai da mettere del lusso nel piantare una tenda nel verde.) solo spazio tenda e zona bagno doccia maschi femmine, niente risto bar. Kasane e’ un punto con Choppies, banche, strutture varie. Scendiamo verso Pandamatengo, confine con Zimbawe. Attenzione: la strada Nata-Kasane, un lungo tratto di strada, fa veramente schifo. Asfalto danneggiato, tratti di lavori in corso, buchi e voragini, peggio della Salerno-Reggio. Forse tra qualche anno sara’ terminata. E’ molto pericoloso viaggiare nell’oscurita’ non per I soliti asini e mucche ma per animali piu selvaggi, come l’elefante. E’ sconsigliata la sosta pipi nel bush a tutte le ore, ci sono I leoni.
Appena fuori Pandamatengo troviamo il Touch of Africa Safari Lodge, gestito da bianchi particolarmente tristi. Faccio dormire I ragazzi nell’alloggio bungalow (22 euro in totale), che si rivela squallidissimo e asserragliato da fameliche zanzare. Cena e colazione ricche e ottime. Singola sui 35 euro, se ricordo bene. Bar fornitissimo. I gestori ci danno dentro.
A Nata ci sono un paio di lodges, ma dormiamo da bless. C’e’ una stazione di servizio con mini market e un fast food. Niente banche in tutta la zona, a parte Maun e Orapa Lethlakane.
Nella zona delle pans, piane saline, incontriamo un bel lodge a Gweta. Gestito da bianchi. Piscina pulita, wireless internet, simpatico bungalow col tetto di paglia e il bagno privato a 30 euro uso singola. Bel ristorante con candele e atmosfera, ottima cena. Bar relax con divani. Effetto turista bianco coloniale, ma ok, ogni tanto ci puo’ stare. Per la strada dopo Phuduhudu cerchiamo alloggi invano. Ci sono fantomatici lodges a 5 stelle per I veri turisti bianchi ricchi, con gilet kaki con le tasche da safari, e vanno prenotati da Maun in combo pacchetto gita nella riserva. Quindi guidiamo sotto un fottuto diluvio fino a Rakops, ci sono due motel sulla strada principale, ne scegliamo uno. Il generatore e’ guasto e non c’e’ eletticita’. La stanza e’ ok, a 30 euro, TV. Il bagno e’ scarso. Ogni qualvolta nel bagno non trovo la doccia ma solo la vasca, magari a rubinetti separati, non posso dire che il bagno sia soddisfacente.
Lethlakane e’ una paese abbastanza sviluppato, appena sotto ad Orapa, zona di minera di diamanti. Vari supermercati, uffici amministrativi, banche, amico internet, ma niente ristoranti, solo un fast food Bimbo’s. incappiamo in un’altra lovely guest house, il Mikelele Motel. Stanza carina, pulita, TV e aria condizionata, a 30 euro. Ristorante assai triste, servizio scadente.
Nella strada verso Francistown ci si puo’ addentrare verso le pans per una bella veduta. Francistown e’ una citta’, forse piu’ effetto citta’ della stessa capitale. Vicina al confine con lo Zimbawe. Diversi centri commerciali. Non molti ristoranti, forse due o tre, incorporati negli alberghi di alto livello. Per mangiare non si spende mai tanto. Per dormire si puo’ spendere un’eresia, ma una cena al ristorante con una bevanda raramente puo’ sforare I 10 euro. Dormiamo in un’inutile alloggio fuori dal centro, Sunny Side Guest House 00267 72151901. 25 euro la singola. Le stanze non sono neanche male, TV e ventilatore in camera, a parte bagno con vasca, ma il servizio e’ discutibile, soprattutto il fatto che il gestore si informi accuratamente quando scendiamo in citta’ e piu o meno quanto stiamo via, poi vediamo via vai di coppie e quando torniamo in camera troviamo una scatola di preservativi dentro l’armadio che prima non c’era.
Diversi centri abitati sulla strada per Gaborone dove fare pit stop e pausa pranzo.
A Gaborone una notte al t Tiedu Bed and Breakfas00267 3105626. una costruzione in zona residenziale fuori dal centro. A me piace la storia bed and breakfast, quindi l’ho trovata parecchio accogliente. Stanze da diversi prezzi, da 22 euro a 33 euro. Io ovviamente vengo destinata alla stanza economica, che e’ comunque carina. TV, aria condizionata, doccia. Arredamento gradevole, ho dormito proprio bene (anche perche’ mi ero tracannata una buona dose di liquore dolce di amarula). Ah il breakfast non e’ scontato, la signora va informata con largo anticipo altrimenti va nel panico e inizia a ripetere ”il frigo e’ vuoto, e’ vuoto, dovevate dirmelo prima!!”. Per l’ultima notte in compagnia dei miei soci avevo scelto il Riverside Lodge, indicato dalla guida di Brigg come albergo di media classe, penso singola a 35 euro ci siamo dai. Invece, una merda, una vera merda. Imbucato nell’oscurita’, 6 abitazioni sul ghiaione, stanze brutte, maledetta vasca da bagno. TV e aria condizionata. Colazione inclusa ultra scarsa. Tristezza. Il posto migliore a Gabs e’ il Brackendene Lodge, in centro citta’, dove mi trovo ora. 00267 3912886. Singola 29 euro. Stanza ampia e carina, ben arredata. TV, aria condizionata, bollitore, possiblita’ self catering ti mettono una piastra cottura vicino al lavandino. Bagno con doccia e asciugamani vinaccia. Wireless, zona cucina ristorante niente di straordinario ma ok, effetto alberghetto di citta’ con via vai di gente.
Guidando verso la Central Kgalagadi Game Reserve (CKGR), nel maledetto sterrato verso l’ultimo villaggio dove non ci hanno fatto campionare, ci siamo fermati in un guest house del quale non ho ulteriori dati. Gestito da bianchi, effetto safari turista bianco ricco. Bungalow da 70 euro a singola. Niente di fantasmagorico, sia chiaro, giusto il como ’ un po’ piu’ bello del solito e I rubinetti piu’ luccicanti, ma niente TV e aria condizionata. Una bella reception ristorante con sedie in ferro battuto, piscina ok. Non mi spiego queste scelte di turismo snob a caso. abbiamo fatto una sosta per una bibita, e chiedendo la coca cola ci hanno chiesto se la volevamo normale o Light. Non ho mai visto coca cola light in tutto il Botswana .
Qualche nota su come mangiare. La base della ristorazione sono I punti fast food tradizionali, dove una signora paffuta prelevera’ del cibo da vasche di alluminio con coperchio a volte riscaldate, tipicamente la polenta Bianca e lo stufato di manzo e ve lo schiaffera’ su un ciotolo di polistirolo. Se siete fortunati ci sono un paio di tavoli con sedie e il rubinetto in un angolo con una ciotolina di detersivo liquido o in polvere per lavarsi le mani. A seconda del livello del punto ristoro si possono trovare varianti come riso e pollo, e contorni di verdure classici come la zucca lessa un po’ zuccherata (butternut), la coleslaw, il morogo (tipo spinaci tirati in padella piccanti, molto buono). Fagioli in salsa di pomodoro (ketchup) e’ il classico dalla lattina. Altre varianti sono il samp (pastone di mais e legume, tipo cemento), la polenta di sorgo grigiastra (altrettanto smagosa) e fantasiosi prodotti da animali morti come gli intestini o I reni. Nella zona dell’Okavango, come dicevo, si trova anche il pesce. Ma il manzo si trova sempre, il Botswana e’ un grande allevatore di bovini. Il pasto di questo tipo solitamente costa 1 euro e mezzo. Lo si puo’ prendere take away in qualunque supermercato al banco gastronomia.
Il fast food a catena, invece, si basa sul pollo. I principali sono Nando’s, Barcelo’s, Bimbo’s, KFC, Chicken Licken. Nando e Barcelo si rifanno allo stile portoghese, e pompano il prodotto con le salsine piccanti in piu’ varianti.
Il ristorante vero e proprio come lo intendiamo noi e’ assai raro. Se chiedete un ristorante in paese e’ facile che vi mandino da Nando. Alla fine consiglio strutture gestite dai bianchi, per uscire dallo schema stufato di manzo e polenta, e magari spararvi una grigliata, o carne di maiale per variare un po’. Come dicevo mai troppo cari.
Il vino e’ roba da bianchi. Qui si bevono gran lattine di birra, a me piace la Black Label (“more refreshment, more reward at the end of the day”), viaggia sui 70 cent. E una vasta gamma di succhi di frutta confezionati, che giocano sul succo di uva, il guava, il litchi e il mango.
Caro lettore, ora che ti ho spiegato come mangiare e dormire, sei a posto. Non ti resta che trovare una compagnia di tour operator che ti scarrozzi in lungo e in largo nei parchi per appagare la tua sete di safari. Nella logistica prettamente turistica ahime’ rivelo lacune. E’chiaro che hai bisogno di una macchina, coi bus non e’ facile, e non esistono ferrovie. Posso solo sconsigliare con tutto il cuore la Kaie Tours gestita da Christopher Toye, un emerito cretino. Lui e la sua incompetenza e petulanza, la macchina scassona, e l’autista psicolabile in cerca di tirare su soldi da quegli stronzi dei bianchi usurpatori. Un branco di inetti. Noi siam andati bene dalla compagnia dello Zambia che gia’ conoscevamo per un precedente fieldwork, la Limo Hire, un bianco relativamente affidabile alla gestione (seppur non meno usurpatore) e uno staff di autisti competenti e di temperamento ragionevolmente mite.
Come ultime note, il Botswana e’ una nazione pacifica e stabile, con basso tasso di criminalita’ e relativa quiete. Turismo caro per pochi, basato sui grandi mammiferi da savana. Niente di spettacolare sul fronte artigianato, cose classiche di gusto africano generico. Stagione delle piogge torrenziali e’ ora, dicembre. Quando ci si da’ la mano per salutarsi, o quando si offre o si riceve qualcosa (tipo i soldi alla cassiera), e’ buona norma tenere l’altra mano in vista, di solito la sinistra si appoggia sull’avambraccio destro. Gran brava gente, i boscimani, riservati, ma curiosi. I bianchi non sono stra integrati, nei villaggi i bambini si entusiasmano sempre molto quando vedono un buffo bianco attorno. Alla fine del mio viaggio il mio colorito e’ abbastanza dorato, spero che si colga la sfumatura in contrasto alla solita bianchiccia di origine Britannica post coloniale. Del resto, come ripeto, la nostra localizzazione a sud dell’europa e’ il punto di contatto sufficiente. Mi capisco molto meglio con i botswani che con i tedeschi.
Wednesday, December 16, 2009
dismantle me
a
7:30 PM
Now in Gaborone , in a nice small hotel, with wireless connection. Bored. Completely empty. Filling myself from a carton box of white whine - for some reasons I got a light wine with less kcalories (basically you can obtain it mixing wine and water, which is something I will never do with consciousness).
So the sampling process is over, in the most unpredictable way. We had a final destination, a village close to the Central Kgalagadi Game Reserve, in which we were interested because of a strange Sesarwa language spoken. We travelled more than 4 hours, considering fixing a cracked wind screen and another tire puncture. And when we got there, we met the kgosi (the chief), explained the story, and he said, nice project, but here this is a special village controlled and protected by the government, and for research you have to pass through a complex iter of requests. So, for the first time in our trip, no sampling. Due di picche. We couldn’t work. Back to Gaborone .
My last sampling day in Botswana is now a few days ago, when we stopped in a very isolated village, and I couldn’t work because of headache of travel sickness, Bless doing all the job with me complaining, my only contribute has been accidentally throwing the book of life into some chicken shit. Then I felt better when I saw the baobab on a nice landscape.
And now, after all that going up and down and up again in the remote villages and sleeping in all conditions, I am done. And the only thing I would like to do now, as stubborn as i can be, it’s sleeping again in the bloody tent, my small self under the wide sky sparkling of stars.
When do I see the milky way again?
312
lovely
tubes
of saliva.
In my bag.
Love,
(All is full of love -
It’s all around you.)
k
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